Cini Boeri: vita e opere dell'architettura | Elle Decor

2021-11-05 03:56:07 By : Mr. Da Xu

“Sono una grande osservatrice, quando progetto mi piace entrare in sintonia con i committenti e comprendere le loro necessità e desideri per cercare di fornirgli la migliore soluzione possibile.”

Cini Boeri è un architetta e designer italiana che esprime il suo genio creativo realizzando pezzi di design diventati icone del settore, come il divano Strips e la sedia Ghost. La sua visione “democratica” del design la accompagna nella creazione di oggetti di design “umili” che possano essere accessibili a tutti, senza perdere di vista l'importanza della loro funzionalità. Nella sua carriera si dedica anche all'insegnamento e alla didattica, tenendo conferenze nelle più importanti istituzioni accademiche mondiali. Entra nella storia dell'architettura grazie alle sue opere architettoniche, che sono in prevalenza residenze: la Casa Bunker e la Casa Rotonda, entrambe costruite sulle coste dell'isola della Maddalena, e la Casa nel Bosco in cui appare evidente la sua sensibilità verso il rapporto uomo-natura.

Maria Cristina Mariani Dameno, conosciuta col nome Cini Boeri, nasce a Milano il 19 giugno del 1924. Studia e si laurea in Architecture al Politecnico di Milano nel 1951 e la sua formazione cominciata attraverso la collaborazione con Gio Ponti e, successivamente, con Marco Zanuso , occupandosi di interni e arredo, fino a quando, nel 1963, apre il proprio studio.

Cini Boeri decide di il cognome del marito, il noto neurologo Renato Boeri, dopo la separazione avvenuta nel 1965. Da questo matrimonio nasceranno tre figli: Sandro, giornalista, Stefano, architetto, e Tito, economista.

Nel suo studio, in Piazza Sant'Ambrogio a Milano, i lavori si susseguono a un ritmo intenso. Ma, oltre alla sua attività di architetta e designer, Cini si occupa anche di didattica, tenendo conferenze nelle più importanti università del mondo e insegna Progettazione architettonica e Disegno industriale al Politecnico di Milano.

Cini Boeri è morta il 9 settembre 2020, all'età di 96 anni, nella sua casa a Milano.

Cini Boeri, durante la sua carriera, ha creato molti oggetti di design per i quali ha vinto diversi premi, tra cui il Compasso d'oro, nel 1979, per il divano Strips.

Cini aveva una visione democratica riguardo a quello che era il compito del designer: non creare elitari, accessibili solo a pochi, piuttosto reinventare e perfezionare gli oggetti di uso comune che essere utilizzati nella vita di tutti i giorni possono essere utilizzati nella vita di tutti i giorni possono da quante più persone possibili.

L'obiettivo del progetto del divano Strips (1972), disegnato per Arflex, era quello di creare un arredo di facile produzione e facile vendita. L'architetta milanese prese spunto dall'artista Christo che “impacchettava i monumenti”, e del progetto Strips dichiarò: “Io un giorno provai a impacchettare un divano creando una specie di sacco a pelo trasformato in letto.”

Si tratta di un sistema modulare, versatile, grazie alla possibilità di ricomporre in base alle proprie esigenze, sfoderabile e facile da usare.

L'iconico divano si trova esposto nella collezione permanente del MoMA di New York e della Triennale di Milano.

Precedentemente al divano Strips, Cini Boeri progetta il divano Serpentone (1967), icona del design italiano, in cui è evidente quella visione democratica del design dell'architettura milanese, che dice: “Intendevo proporre un divano per tutti, da vendere a metri. Avrebbe dovuto uscire da quello già completo di tutto, senza bisogno di essere rivestito”.

Era un divano che si poteva acquistare “al metro” ed era personalizzabile e flessibile: si poteva arrotolare e srotolare a piacimento. Non aveva un'anima, né un rivestimento, consisteva semplicemente in un unico blocco di schiuma poliuretanica.

Cini Boeri spiegava così, in un'intervista, la nascita dell'idea della sua poltrona Borgogna (1964): “Pensavo di offrire una poltrona comoda alla quale affidare se stessi e la propria fatica dopo una giornata di lavoro avendo una portata di mano tutto ciò che poteva servire: telefono, giornali e, oggi, anche il portatile”

Era una poltrona con le rotelle e aveva in dotazione una lampada, un leggìo, un telefono e un portariviste: un progetto innovativo, quasi “futuristico” per l'epoca in cui viene realizzato.

Nel 1987, per Fiam Italia, Cini Boeri crea la sedia Ghost, un capolavoro del design italiano. Una sedia che sembra quasi una scultura: è completamente trasparente, composta da un'unica lastra di vetro, dello spessore di 12 millimetri, intagliata e incurvata in modo da creare la seduta, lo schienale ei braccioli.

“Mi hanno sempre interessato le persone ei loro comportamenti. Sono una grande osservatrice, quando progetto mi piace entrare in sintonia con i committenti e comprendere le loro necessità e desideri per cercare di fornirgli la migliore soluzione possibile.”

Da queste parole dell'architetta milanese emerge la sua attenzione, nella progettazione, delle esigenze fisiche e psicologiche delle persone.

Le opere architettoniche di Cini Boeri sono principalmente case, come la Casa Bunker (1967), che realizza per la sua famiglia sulle coste dell'isola della Maddalena, la Casa Rotonda (1966-67) e la Casa nel Bosco (1969).

Ispirata ai fortini sabaudi presenti sulle coste della Sardegna, la Casa Bunker, realizzata sul litorale scoglioso dell'isola della Maddalena, viene progettata da Cini Boeri come “casa-rifugio” per lei e la sua famiglia.

E' un'architettura che si differenzia rispetto al contesto in cui è collocata ma, al tempo stesso, si mimetizza nel paesaggio. La casa sorge su un terreno roccioso pendente che arriva fino al mare e viene definita "bunker" sia per il colore grigio che riporta alle fortificazioni militari, sia per la sua posizione isolata e protetta.

La Casa Rotonda di Cini Boeri è sempre costruita a La Maddalena, ma è molto diversa rispetto a Casa Bunker.

Il suo nome deriva dalla sua forma: quasi come una conchiglia, la sua architettura sembra avvolta su se stessa circondando e “difendendo” il patio centrale rotondo, che è il fulcro della casa in cui convergono le due zone distinte, quella familiare e quella degli ospiti.

Il colore caldo delle pareti esterne si fonde con quello delle rocce che circondano la struttura, che appare come un elemento naturale non creato dall'uomo.

Nel progetto della Casa nel Bosco, che sorge in un bosco di betulle ad Osmate, in provincia di Varese, Cini Boeri evidenzia il suo rispetto e la sua sensibilità verso l'ambiente circostante, spiegando appunto che “Il bosco era così bello che pensai di non disturbarlo, creando così una pianta che narra a svilupparsi attorno agli alberi, cercando di abbatterne il meno possibile”.

Pianifica, infatti, la struttura negli spazi non occupati dagli alberi per evitare di doverli abbattere, le varie zone dell'abitazione si trovano in queste zone vuote, creando quindi quindi le insenature da cui spuntano le betulle.

Il muro perimetrale è in cemento a vista e presenta molte aperture verso l'esterno.